Impugnare plurime contravvenzioni relative alla stessa condotta dell’automobilista
Novembre 13, 2024La Costituzione italiana (articoli 2, 32 e 41) dispone la tutela dell’essere umano nella sua integrità psico-fisica come principio fondamentale, ai fini della predisposizione di condizioni ambientali sicure e salubri. E, proprio sulla base dei principi costituzionali, la giurisprudenza ha rimarcato che la tutela del diritto alla salute del lavoratore si configura sia come diritto all’incolumità fisica, sia come diritto ad un ambiente salubre in senso ampio.
Secondo l’art. 2087 Codice Civile, l’imprenditore è tenuto ad adottare nell’esercizio dell’impresa le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro. La salute di chi lavora è tutelata, inoltre, da quanto previsto nel noto d. lgs. n. 81 del 2008, ma anche dallo Statuto dei lavoratori e dai singoli Ccnl. Oltre al dato normativo, sono però le sentenze dei magistrati ad offrire protezione, anche in riferimento a situazioni di stress ingenerato nel lavoratore o nella lavoratrice vittima di atti vessatori.
Risarcimento danni da ambiente di lavoro stressogeno
Secondo la Suprema Corte, infatti, i problemi di relazione non escludono di per sé lo straining e, conseguentemente, la singola vessazione subita in un ambiente di lavoro insalubre e stressante costituisce – di per sé – un fatto ingiusto e tale da giustificare il diritto al risarcimento danni. La Corte sottolinea pertanto che questo diritto insorge anche in mancanza di una condotta mobbizzante e, dunque, caratterizzata da una pluralità di atti lesivi nel corso del tempo.
Inoltre, come ribadito nel testo della sentenza n. 15957 del 7 giugno 2024, per consolidato orientamento della Cassazione – la nozione di mobbing – come quella di straining – è di ambito medico-legale, non ha autonoma rilevanza ai fini giuridici ma serve ad individuare comportamenti in contrasto con l’art. 2087 del Codice Civile (responsabilità contrattuale), in materia di tutela delle condizioni di lavoro, e con la normativa di cui al d. lgs. n. 81 del 2008. Più nel dettaglio, per la Corte di Cassazione, il comportamento lesivo della salute, e per cui chiedere il risarcimento danni, è integrato non soltanto dai gesti ripetuti di mobbing, ma anche dal citato straining, il quale ricorre quando vi siano: comportamenti stressogeni scientemente attuati nei confronti di un dipendente, anche se manchi una pluralità delle azioni vessatorie.
Anzi richiamando la propria giurisprudenza (ad es. Cass. n. 3692 del 2023 o Cass. n. 33639 del 2022) la Corte ha altresì ribadito che un ambiente lavorativo stressogeno: è configurabile come fatto ingiusto, suscettibile di condurre anche al riesame di tutte le altre condotte datoriali allegate come vessatorie, ancorché apparentemente lecite o solo episodiche, in quanto la tutela del diritto fondamentale della persona del lavoratore trova fonte direttamente nella lettura, costituzionalmente orientata, dell’art. 2087 cod. civ.